Fuochi e botte - 02-11-01 - Giovanni Forgione

 

 

 

Nella settimana della festa di Halloween abbiamo avuto un assaggio di come sarà lo scenario delle strade telesine nelle festività natalizie: guerriglia urbana tra petardi e botte di tutti i tipi, maneggiate con incosciente leggerezza da ragazzi dai 13 anni in giù.

Ben vengano tutte le feste ed ogni motivo di allegria; riflettiamo però, sul vuoto affettivo dei nostri figli; i nostri ragazzi, per trovare interesse in un gioco così pericoloso (maneggiare gli esplosivi) evidenziano un vuoto mentale ed affettivo.

E’ fisiologico, per i giovinetti, mettersi in mostra di fronte ai coetanei dello stesso sesso e del sesso opposto; l’abbiamo fatto anche noi genitori, sfoggiando il giubbino nuovo o la musicassetta che nessuno aveva.

Gli interessi dopo trent’anni sono cambiati; OK! Le tipologie per “farsi belli” sono adatte al mondo attuale; è giusto cosi. Non intendo aprire qui uno di quei discorsi sterili ed inutili di confronto tra valori tra generazioni diverse.

Da sottolineare però, l’attuale mancanza di tempo per i genitori oggi, entrambi lavoratori o in cerca di lavoro (comunque impegnati), da dedicare ai propri figli. Da qui il vuoto affettivo ed il nascere di comportamenti giovanili insensati, da branco.

La pericolosità degli esplosivi diventa così una delle prove necessarie misurare il proprio coraggio e la propria identità. Questo aspetto di “eccellere” in negatività (droga, alcool, fumo, violenza) è prerogativa dei ragazzi e dei giovani poco seguiti nei loro veri interessi.

Al contrario, ragazzi con spiccate passioni “in positivo” (arte, musica, computer, lettura, scienze ecc.) non hanno né tempo né voglia di sparare le botte, né di unirsi in branchi gestiti da coetanei più violenti e meno adatti al rispetto delle regole civili.

Molti genitori, col sorrisetto di soddisfazione sulle labbra, pensano ai propri figli “dritti” che si fanno rispettare anche a costo di usare metodi violenti. E qui casca l’asino. L’apologia di reato non viene pronunciata verbalmente ma è condivisa mentalmente da questo tipo di genitori.

Una comunità come quella telesina, come del resto anche altre simili, DEVE tutelare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini più civili. Non si può più assistere a microviolenze “condivise” dalle forze dell’ordine.

La condivisione oltrechè delle forze dell’ordine è anche dell’amministrazione locale che permette sul territorio comunale ed in esercizi commerciali telesini la vendita di esplosivi di ogni genere che ricordo SONO ILLEGALI. Pochi fuochi in commercio sono regolari e vendibili sotto il regime fiscale italiano. Qualsiasi “botta” ha qualcosa di illegale.

L’inquinamento acustico (con sirene che scattano dopo la botta), è un altro aspetto rilevante dell’argomento, che porta con se anche i danni provocati alle persone malate di cuore. L’esplosivo è pericoloso non solo per chi lo maneggia ma assume la connotazione di oggetto atto ad offendere se viene indirizzato (volontariamente o involontariamente) verso altri.

OK. Tutti d’accordo con me! Ci mancherebbe altro. Ma questo non basta. Ogni componente della comunità telesina deve fare la sua parte, a partire da me. Continuerò a divulgare fino a Natale la pericolosità dei fuochi artificiali anche a costo di “rompere” più del dovuto.

Attendo però segnali di CIVILTA’ e di assunzione di responsabilità da chi vende e da chi permette di vendere i fuochi in esercizi commerciali telesini. Altri segnali POSITIVI li attendo dalle forze dell’ordine (TUTTE) che finora hanno “snobbato” la microcriminalità occupandosi solo di quella dei GRANDI.

Non è esagerazione la mia, riflettete: ragazzi che girano armati di esplosivi possono essere definiti CRIMINALI ed inseriti nell’argomento MICROCRIMINALITA’. Definirli soltanto giovani pericolosi è una vera leggerezza.

Un ultimo invito proprio a noi GRANDI: Genitori, Insegnanti, Poliziotti, Carabinieri, Vigili Urbani, Commercianti, Amministratori…

non sottovalutiamo il grande dono della vita, nostra e degli altri.